SCHEDA: COS’È UN OLIO ESSENZIALE?
w:Gli oli essenziali non hanno particolari caratteristiche chimiche in comune fra di loro, si tratta semplicemente di una categorizzazione convenzionale che indica miscugli di sostanze volatili ottenute distillando le piante aromatiche in corrente di vapore acqueo: si ottengono liquidi insolubili in acqua (sulla quale galleggiano come l’olio) ma solubili in alcool e olio. Essendo volatili hanno tutti odore molto forte e intenso. In stretta relazione con gli oli essenziali sono le resine, secrete da alcune piante sotto forma di oleoresine sciroppose o gommo-resine (ad esempio la mirra). Gli oli essenziali si conservano per un anno se vengono aperti e usati spesso: tendono a evaporare e a ossidarsi per contatto con l’aria, quindi bisogna tenere aperte le boccette solo per il tempo necessario a versare le gocce desiderate (così da aumentare anche la loro durata). L’olio va conservato lontano dalla luce diretta, a una temperatura compresa tra 0° e 35° C, ma non in frigorifero.
Che cos’è un olio essenziale?
Non si può quindi dare una definizione universale di “olio essenziale”; con questo termine s’identifica infatti un’essenza estremamente intensa ricavata direttamente da una pianta, o da una parte di essa, che richiama immediatamente le sue origini e risveglia determinate sensazioni. Essendo completamente privati dell’acqua, la loro composizione è lipofila, per questo vengono definiti oli. Il profilo biochimico di un olio essenziale, ossia la sua composizione in merito ai principi attivi, si definisce chemiotipo; la conoscenza di questo aspetto permette di prevedere il suo effetto sul nostro organismo, e può variare molto non solo da specie a specie, ma anche fra le varianti di una stessa specie o tra piante di provenienza e coltivazione differenti. In sintesi per spiegare con parole povere cos’è un olio essenziale possiamo quindi definirlo: un’essenza oleosa che racchiude al suo interno l’intera anima della pianta da cui deriva, sia da un punto di vista aromatico, sia da un punto di vista officinale.
Come si ottiene un olio essenziale?
L’estrazione richiede strumenti e metodi che difficilmente possono essere riprodotti in casa, fra cui i principali:
- Distillazione in corrente di vapore. Si tratta del metodo più antico, messo a punto dagli arabi, ma ancora utilizzato: il vapore acqueo attraversa gli elementi della pianta (foglie, fiori) caricandosi di olio essenziale, poi si ricondensa in acqua fredda ed è possibile separare l’olio dall’acqua.
- Pressione a freddo. Viene spremuta la parte di pianta utilizzata, in particolare viene utilizzata per le bucce degli agrumi. Si tratta di un procedimento molto lungo e costoso, basti pensare che per ricavare, per esempio, 1 kg di olio essenziale di bergamotto occorrono 250 kg di bucce del frutto.
- Metodo dei solventi volatili. Si ricavano gli olii mediante solventi di origine organica (di solito derivati del petrolio). Il solvente assorbe l’elemento aromatico, si ottiene così una sostanza chiamata “concreta”. Viene utilizzata per materie prime particolarmente preziose e delicate, poco resistenti al calore, ed permette di ricavare olii molto profumati, ma poco delicati sulla cute perché possono presentare residui irritanti dei solventi utilizzati.
- Assolute. A partire dalle essenze concrete ottenute con il metodo precedente si ottengono le essenze assolute, attraverso un secondo processo di estrazione con solvente, in particolare di etanolo (alcool puro) per eliminare, di solito con ripetuti trattamenti, la cera presente.
Altri metodi, meno utilizzati, sono l’enfleurage o macerazione a freddo (procedura molto costosa che non si usa quasi più, tranne talvolta per ottenere essenze molto pregiate come il gelsomino e la tuberosa); l’estrazione con alcool (macerazione della pianta in alcool e successiva distillazione); l’estrazione con anidride carbonica (poco raccomandabile perché altera la qualità dell’olio ricavato).
Conservazione degli oli essenziali:
I costituenti delle essenze si alterano facilmente alla luce, al calore e all’ossigeno. Vanno perciò conservate in bottigliette di vetro scuro, lontano da fonti di calore e ben chiuse. Inoltre ogni volta che si apre un flaconcino, avviene il processo di ossidazione che ne diminuisce il potere, perciò bisogna evitare di aprirli troppo spesso.
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